VIAGGIARE CURA OGNI MALE

Essere felici. Questa è forse la prima ed ultima ragione del vivere. E se è vero che la vita ci mette di fronte a tante difficoltà, sofferenze, paure, dispiaceri, allora esiste una medicina che può guarire tutto: viaggiare cura ogni male. Lasciate stare l’aspirina o i fermenti lattici. I farmaci sono importanti, così come prendersi cura del proprio corpo è responsabilità primaria di ognuno di noi. Ma esistono dei mali, fisici e sopratutto mentali, che non guariscono con una ricetta medica. Per queste cose, ci vuole un viaggio. Non un viaggio qualsiasi, tipo il weekend alcolico ad Amsterdam o il pellegrinaggio a Lourdes. Non ci vuole una vacanza, ci vuole proprio un viaggio. Perché viaggiare cura ogni male, se siamo pronti ad essere curati. Se prendiamo questa avventura col piglio giusto, con la giusta ricerca di qualcosa, lasciando a casa tutto il resto, in particolare quello che non serve, che in caso di viaggi è praticamente ogni cosa che possediamo. Un buon libro, un diario, una piccola compilation musicale ma con 4 o 5 canzoni, non di più, perché non si può rinunciare ad ascoltare il mondo.

Viaggiare cura ogni male, perché viaggiando non abbiamo passato. Non abbiamo storia, infanzia, pregresso, pregiudizi. Ci sei solo tu, il mondo che sta intorno, e quell’universo in costante movimento in quel preciso attimo, in quel preciso posto. Le persone che ti camminano attorno, le scritte luminose sui tabelloni degli aeroporti, quelle tante lingue sconosciute che puoi sentire, un cibo diverso, una velocità diversa, una spiritualità diversa, odori intensi ed esotici, le spiagge bianche, il vapore che esce dal sotto suolo. Viaggiare cura ogni male, perché spesso ciò che non va in noi, è una bussola interiore che ha perso la direzione dove andare. Una barca ferma in un oceano piatto, senza un filo di vento o un riferimento visivo che gli dica dove andare. E ricominciare da capo, spogliarsi delle abitudini, degli impegni, delle cene con gli amici e le feste coi parenti, è la strada migliore per ritrovare qualcosa che si ha perso.